Sono stato nello studio di Lucio Fontana, a Milano. Uno spazio di 38 mq, in un cortile interno, con una finestra che dà sulla strada. Una specie di vetrina, stretta e alta, nella quale Fontana esponeva suoi quadri, senza sperare in grandi vendite, come mi disse l'ex custode del palazzo, che ricordava ancora le facce sorprese dei passanti.
Ci ho ripensato. E mi viene in mente che anche per questo, forse, che le sue opere hanno sempre dimensioni contenute. Come se fossero state pensate proprio per essere esposte in quella vetrina. Perché la storia, ha tanti misteri. Ma a volte, soluzioni semplici.
Lucio Fontana, Scultura, legno traforato. |
Non solo quadri, ma ceramiche (un mondo ancora oggi tutto da scoprire e da valorizzare, con opere che quelle di Leoncillo possono riscrivere la storia del settore).
O anche micro sculture, formato vetrina, come questo prezioso stendardo di legno del 1956.
Levigato, forato, tagliato, e infine firmato con il fuoco, in una sorta di pirografia.
Voluto per esplorare una nuova dimensione. Che rinuncia, ancora una volta alla bidimensionalità.
Levigato, forato, tagliato, e infine firmato con il fuoco, in una sorta di pirografia.
Voluto per esplorare una nuova dimensione. Che rinuncia, ancora una volta alla bidimensionalità.
Prima che la grande mostra del 1964 alla Galleria Marlborough di Roma del 1964 ne sancisca la definitiva consacrazione.
Lucio Fontana, Ceramica. |
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