UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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venerdì 28 dicembre 2018

BEPPE DOMENICI. LA CERAMICA, ETERNA INVENZIONE.

Nato nel 1924, morto nel 2008 a Viareggio, Beppe Domenici è stato uno dei grandi protagonisti del ventennio d’oro della Ceramica Italiana che vide confrontarsi, ad armi pari, artisti e artigiani, presi dalla febbre di creare forme e composizioni sempre nuove, mai viste. Uno dei grandi fenomeni italiani, anche sotto il fronte del Made in Italy, che unì tradizione e innovazione, e che portò maestranze e artisti a conquistare il mondo. Domenici, diplomatosi a Lucca, ne viene affascinato. A soli 23 anni opera prima a Vallauris, in Francia (dove lavora anche Picasso), poi ad Albisola in Liguria, nella manifattura di Pozzo Garitta, località che divenne in quegli la capitale mondiale di una tecnica antichissima eppure assolutamente innovativa e dove diventa amico Lele Luzzati e Lucio Fontana, con cuoi condividè per anni forno ed esperienze.Una produzione plastica che spazia in ogni possibile applicazione, portata avanti tra gli anni ‘50 e ’70, quando il dopoguerra cambia completamente la concezione dello spazio domestico, rendendo accessibili le intuizioni che Gio Ponti aveva portato avanti con la manifattura Richard Ginori. Non è più pensabile una casa senza bagno, la cucina diventa “living”, gli edifici urbani richiedono decorazioni a parete capaci di durare nel tempo, la casa, oggetti e forme nuove. Ceramica e maiolica - artigianali o industriali - sono materiali perfetti, modellabili, di facile manutenzione. Nascono così vasi dalle fogge azzardate e dai colori luminescenti, tavolini, obelischi e fontane. Non c’è limite, e Domenici arriverà a rivestire persino pianoforti e barche da crociera, o la Fontana delle Quattro Stagioni (1959), che accoglie ancora oggi i bagnanti alla passeggiata a mare.
Domenici ha girato il mondo, dal Brasile all'Australia (dove rappresenta la Toscana alla Italian Fair), realizzando scenografie per il cinema e il circo (da Moira Orfei a Darix Togni con il mitico Florilegio) e per il Carnevale di Viareggio, del quale fu il primo negli anni ’50 a meccanizzare i carri, facendo ruotare, inserendo nuovi materiali accanto alla cartapesta. Pittore sensibilissimo a appreso i primi rudimenti da Norma Mascellani, l’allieva prediletta di Giorgio Morandi, e da Lorenzo Viani, esplorando all’inizio uno stile novecentista e purista, e poi suggestioni espressioniste e surrealiste. Con una vena ironica che, a volte, prende il sopravvento.
E' questa sua poledricità che conquista e commuove, e che racconta un uomo che non si è mai tirato in dietro, che non ha avuto paura di sporcarsi le mani, che ha amato "l'alto" e rispettato "il basso" perché ha compreso che la creatività non ha mai etichette.
bassorilevo nel bellissimo Blu di Montelupo


bozzetto per la fontana delle quattro stagioni


 
Beppe Domenici (a sinistra) con Arturo Dazzi

 Lucio Fontana e Agenore Fabbri in Spiaggia ad Albisola, primi anni 50



 





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