Non
credo molto nel trascendente, ma c’è un artista che ha dipinto la propria morte, e
non ha sbagliato poi di molto.
Si chiama León
Figlio di Juan Ponce de León
e Encina e Guadalupe Fernandez Cabello, nasce a Malaga nel 1906. Nel 1911 si
trasferisce con la famiglia a Madrid, e dopo gli studi liceali inizia la sua
formazione artistica presso la Scuola di Pittura, Scultura e Incisione della Real Academia de Bellas Artes de San
Fernando.
La sua opera può essere inserita nel contesto del realismo magico, definizione
coniata nel 1925 dal critico tedesco Franz Roh per definire le correnti europee
che ricercano un realismo capace di
leggere la vita al di là dell’apparente.
Nella sua breve vita incontra
tutti quelli che contano, stringendo amicizia all’Accademia con Salvador Dalí,
Federico Garcia Lorca, e in seguito Luis Buñuel, legandosi agli ambienti
d'avanguardia spagnoli, esponendo il suo lavoro nelle Sale degli Artisti
Indipendenti di Madrid.
A 24 si trasferisce a Parigi,
dove ha trascorre circa sei mesi, interagendo a stretto contatto con Pablo
Picasso. Quell'anno 1930 espone alla Mostra di San Sebastian.
alcuni spettacoli del
gruppo teatrale universitario itinerante “La Barraca”, fondato da Garcia Lorca.
Realizza illustrazioni per libri e compie le sue prime
incursioni nel cinema e partecipa alla importante mostra di artisti spagnoli alla Galleria Fletcheim di Berlino (1932-1933).
Avrà una prima e unica mostra personale presso il Centro de Exposición e
Información de la Construcción a Madrid.
Nel 1933 si sposa con Margherita
Manso Robledo, che aveva conosciuto ai tempi dell’Accademia, e sposa anche la
politica, entrando nella Falange Spagnola,
movimento parafascista, del quale il fratello Juan diventa prima esponente e
poi comandante militare.
Nel contempo lavora nel
cinema, realizzando una serie di manifesti per il movimento pellicola club e fonda l'Unione Spagnola
Universitaria (S.E.U.).
Attore e regista, Ponce de
Leon, dirige nel 1934 un film per ragazzi e nel 1935 collabora con Edgar
Neville nel film Do, Re, Mi, Fa, Sol
(vita privata di un tenore).
Al Salone Nazionale di Belle Arti 1936 presenta il suo lavoro più
famoso: (Accidente), premonizione del suo immediato futuro.
Il 20 settembre 1936, subito dopo lo scoppio della Guerra Civile, viene fermato davanti alla porta della sua casa, portato via, poi ucciso dalla cosiddetta zona rossa. Il suo corpo viene trovato in un fosso, il 29 settembre, sulla strada Vicálvaro.
Il 20 settembre 1936, subito dopo lo scoppio della Guerra Civile, viene fermato davanti alla porta della sua casa, portato via, poi ucciso dalla cosiddetta zona rossa. Il suo corpo viene trovato in un fosso, il 29 settembre, sulla strada Vicálvaro.
Anche gli altri uomini nella
sua famiglia saranno accomunati da un tragico destino: il 30 settembre vengono uccisi
per strada suo padre e suo fratello Guillermo. L’altro fratello Juan sarà fucilato
da un plotone di esecuzione il 7 novembre dello stesso anno. Un mese prima della morta di Alfonso, il 19
agosto, anche Federico García Lorca viene fucilato, ma questa volta dai
falangisti Due amici che hanno condiviso una sorte drammatica, schierati su
fronti opposti. Quante cazzate facciamo.
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