UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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lunedì 30 marzo 2020

FRANZ JANSEN. OGGETTIVAMENTE BRAVO

Autore scoperto su un blog di raro pregio a cui non sarò mai sufficientemente grato come Weimar Blogspot, fermo da qualche anno, da cui ho attinto questi dati.
Franz Jansen (1885-1958) è stato uno degli artisti meno noti dell'era di Weimar. Come i suoi più famosi contemporanei George Grosz e John Heartfield, è stato principalmente impegnato in temi sociali e politici, con l'obiettivo di svelare le ingiustizie del regime di Weimar, poi travolti dalla storia.



Franz Jansen nasce a Colonia. Studia architettura a Vienna, quindi viaggia in tutta Europa, prima di tornare a Colonia nel 1911. L'anno successivo entra a far parte della Secessione di Berlino e tiene importanti esposizioni. Nel 1918, scrive il manifesto intitolato "Espressionismo" per attaccare la tendenza dei critici e degli storici dell'arte ad affrettarsi a etichettare rapidamente movimenti come futurismo, cubismo ed espressionismo, chiamandolo "l'estetica del tè alle cinque".
Dal 1918 al 1925, collabora con rivista politica Die Aktion. Nel 1927 e nel 1929, partecipa a due mostre dedicate al movimento Neue Sachlichkeit, - Nel 1937 il governo nazista confisca 157 delle sue opere dai musei di tutto il paese. Arruolato nell'esercito, e dopo la guerra, continua a esporre le sue opere fino alla sua morte, avvenuta nel maggio del 1958 a Büchel.
 


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