UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 19 gennaio 2019

MONTANELLI, DALI', GARCIA LORCA E I MAIALI NERI

Indro Montanelli incontra nel 1934 Garcia Lorca. Ecco il racconto che Lorca fa di un comune amico, Salvador Dalì, con il quale aveva avuto una lunga relazione, che Montanelli non pubblicò.
«La prima ed unica volta che vidi Federico García Lorca, un anno e mezzo avanti che morisse, lo trovai intento a dipingere. Il pastello era, col pianoforte, la sua passione; e qualcuno oggi dice che egli aveva un senso del colore da paragonarsi a quello di Matisse». Montanelli era venuto per incontrare il poeta, non il pittore. Nel corso della conversazione, si fa il nome di Salvador Dalí. «Allora García, - scrive Indro - sino a quel momento distratto e un poco, forse, annoiato dalla mia presenza, si animò d'improvviso; e, aperto un cassetto, ne trasse, per mostrameli, i disegni che il suo meraviglioso amico, come lui lo chiamava, gli aveva mandato da Cadaqués, e mi raccontò questo strano aneddoto di lui».

«Una notte si erano trovati, Federico e Salvador, in un villaggio di Estremadura. Non essendo riusciti ad addormentarsi, per causa delle cimici che infestavano il loro giaciglio, si erano alzati per veder sorgere l'alba su quel severo paesaggio, ancora avvolto nella bruma... Proprio allora, in quella solennità di luce e di sfondo, irruppe un montone, fuggito da una “tanca” lì presso. Si disponeva a brucare i rari fili d'erba che venavano esilmente di verde quella petraia, quando fra le rovine sbucarono una mezza dozzina di maiali neri che con furia selvaggia si avventarono su di esso e in un battibaleno lo divorano. A quello spettacolo, Salvador, impassibile, si mise a ridere come un ragazzo. Poi, cavato di tasca un album, si diede a ritrarvi con la matita la scena, imprestando al montone sbranato e agonizzante il volto del notaio Dalí, suo padre».



Indro Montanelli, 1935



"Portrait of My Father," by Salvador Dali |


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