Così, ogni cosa avrebbe un senso, dalla grande cupola romana, ardita e protettiva, alle cupolette delle chiese
austriache e delle valli di montagna, sino alle forme allungate delle moschee
africane del mali. Mentre al contrario la torre del Mohezzin ricorderebbe sempre la sua tradizione fallica, di maschio sopra a tutto.
Così, per dire, ma non è un caso, forse, che i Bullet Bras, i reggiseni a forma di proiettile, ricordino alcuni
grattacieli americani come il Chrysler Building eretti negli anni ’40 o i missili e le bombe che avrebbero fatto vincere la nazione.
Hanno rappresentato uno degli elementi più iconici
della biancheria intima anni ’50, resi celebri dalle pin-up di Hollywood e
delle riviste per adulti, ma anche dalla Silvana Mangano, risaia in Riso Amaro. Tanto che molti credevano che le donne fossero
effettivamente fatte così e alla fine cercavano, come nel caso di Alice Denham, donne che assomigliassero geneticamente ai loro reggisegni.
La forma caratteristica del reggiseno bullet
(originariamente chiamato il reggiseno Chansonette), nasce per opera di Frederic
Mellinger che aveva aperto un negozio chiamato "Frederick's of
Hollywood" sul Hollywood Boulevard e aveva già creato il primo reggiseno
push-up al mondo, diffondendo l’idea la biancheria servisse allo scopo di far
sentire una donna nel suo corpo: un'idea in effetti molto moderna.
Un paio di anni dopo Maidenform creò il primo reggiseno a punta pensato per determinare
quel look "aggressivo" nei loro busti che ti fa credere di essere
minacciato da due pistole automatiche.
La forma a cono è stata data dalla cucitura a
spirale e ha reso ancora più esagerato le forme classiche degli anni ’40. Il
modello, caduto in disuso con la rivoluzione del 1968 tornò in auge nel 1999
anche in seguito ai corsetti fatti da Jean Paul Gaultrier per Madonna. Ora è
appannaggio del burlesque e di una piccola nicchia di appassionati di
silhouette d'epoca. bang bang.
Nessun commento:
Posta un commento