UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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venerdì 5 maggio 2017

IL CAPOLAVORO DI BOCCIONI CHE STAVA PER ESSERE GETTATO VIA.

Tra il 2010 e il 2012, un signore romano, frugando nelle cose lasciate dal padre in una casa di famiglia scopre una cassa di cui ignorava l'esistenza. Quando la apre ci trova una vecchia radio, libri degli anni tra il 1910 e il 1955 e uno strano oggetto. Potrebbe essere una scultura, ma è fatta con materiale di recupero. Sta per buttarla, poi ci ripensa, e la mette da una parte. Poi con calma, la osserva con attenzione e scorge la firma sbiadita “Boccioni” nel rovescio della base, seguita dall’indicazione interrotta dell’anno: 19..
Di mano in mano arriva allo storico dell’Arte Maurizio Calvesi, che i primi Boccioni li aveva visti a casa di Marinetti che ne riconosce la paternità.
Torna così alla luce Costruzione dinamica di un galoppo. 1914-15, un’opera di Boccioni della quale si era persa traccia, confusa con Dinamismo di un cavallo in corsa + case, 1915. Ci viene così restituito un vero capolavoro, anticipatore dell'arte a venire. E non solo una pagina fondamentale del futurismo.

E ci piace raccontarlo con le parole dello stesso Calvesi.
Ho provato l’emozione più profonda nei mesi scorsi, quando Carpi mi ha sottoposto per la pubblicazione questa piccola e meravigliosa scultura polimaterica, un messaggio che Umberto Boccioni sembra volerci inviare, un secolo dopo, dall’intramontabile soglia della sua oscura-luminosa entità psichica, starei per dire dalle viscere di quel mistero che ha avvolto di presentimenti e di fatalità la sua esistenza. L’opera è citata nel catalogo della nota mostra milanese di Palazzo Cova, del 1916-17, ed è così descritta: «Costruzione dinamica di un galoppo. Legno, latta, rame, cartone».... Vi ritroviamo alcune delle forme coniche, concave o triangolari che tumultuosamente si intrecciano nella scultura, si sormontano, si sospingono a vicenda nella straordinaria sospensione evocativa di questo galoppo che sfiora appena il terreno, così come sembra non toccare terra, appunto, la corsa di un destriero sfrenato. Le diverse riprese da vari punti di vista testimoniano la ricchezza e la genialità di questo assemblaggio di forme e di materie, tra i cui sobbalzi è percepibile la sagoma del fantino, dalle gambe profilate nel rame e il copricapo a calotta che partecipa con la sua gibbosità, quasi anch’essa di emergente energia, ai sussulti di tutta la composizione; mentre i volumi come rotolanti alle spalle del cavaliere...



Cavallo +case (1914)


Dinamismo di un cavallo in corsa + case, 1915. Guazzo, olio, legno, cartone, rame e ferro dipinto

 Boccioni nel 1914 4 32 anni

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