Tra il 2010 e il 2012, un
signore romano, frugando nelle cose lasciate dal padre in una casa di famiglia
scopre una cassa di cui ignorava l'esistenza. Quando la apre ci trova una vecchia radio, libri degli anni
tra il 1910 e il 1955 e uno strano oggetto. Potrebbe essere una scultura, ma è
fatta con materiale di recupero. Sta per buttarla, poi ci ripensa, e la mette
da una parte. Poi con calma, la osserva con attenzione e scorge la firma
sbiadita “Boccioni” nel rovescio della base, seguita dall’indicazione
interrotta dell’anno: 19..
Di mano in mano arriva allo
storico dell’Arte Maurizio Calvesi, che i primi Boccioni li aveva visti a casa
di Marinetti che ne riconosce la paternità.
Torna così alla luce Costruzione
dinamica di un galoppo. 1914-15, un’opera di Boccioni della quale si era persa
traccia, confusa con Dinamismo di un cavallo in corsa + case, 1915. Ci viene così restituito un
vero capolavoro, anticipatore dell'arte a venire. E non solo una pagina fondamentale del futurismo.
E ci piace raccontarlo con le parole dello stesso Calvesi.
Ho provato l’emozione più profonda nei mesi scorsi,
quando Carpi mi ha sottoposto per la pubblicazione questa piccola e meravigliosa
scultura polimaterica, un messaggio che Umberto Boccioni sembra volerci
inviare, un secolo dopo, dall’intramontabile soglia della sua oscura-luminosa
entità psichica, starei per dire dalle viscere di quel mistero che ha avvolto
di presentimenti e di fatalità la sua esistenza. L’opera è citata nel catalogo
della nota mostra milanese di Palazzo Cova, del 1916-17, ed è così descritta: «Costruzione
dinamica di un galoppo. Legno, latta, rame, cartone».... Vi ritroviamo alcune
delle forme coniche, concave o triangolari che tumultuosamente si intrecciano
nella scultura, si sormontano, si sospingono a vicenda nella straordinaria
sospensione evocativa di questo galoppo che sfiora appena il terreno, così come
sembra non toccare terra, appunto, la corsa di un destriero sfrenato. Le
diverse riprese da vari punti di vista testimoniano la ricchezza e la genialità
di questo assemblaggio di forme e di materie, tra i cui sobbalzi è percepibile
la sagoma del fantino, dalle gambe profilate nel rame e il copricapo a calotta
che partecipa con la sua gibbosità, quasi anch’essa di emergente energia, ai
sussulti di tutta la composizione; mentre i volumi come rotolanti alle spalle
del cavaliere...
Cavallo +case (1914)
Dinamismo di un cavallo in corsa + case, 1915. Guazzo, olio, legno, cartone, rame e ferro dipinto
Boccioni nel 1914 4 32 anni
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