Un piccolo
capolavoro di 30'. il primo corto muto "fantascientifico" di René Clair
che è stato recentemente restaurato.
"Paris qui dort" è il primo mediometraggio di René Clair, muto, girato nel 1923, ma
distribuito solamente due anni più tardi è uno dei primi film di fantascienza
di simulazione: cosa succederebbe se il mondo si fermasse?
In una
Parigi deserta. Albert (Henri Rollan), il guardiano notturno della Torre
Eiffel, si sveglia per scoprire che tutta la città è addormentata. Tutto sembra essersi
fermato nel corso della notte. A lui si uniranno un pilota di aereoplano
(Charles Martinelli), una giovane ragazza (Madeleine Rodrigue) e altri
strampalati personaggi (Antoine Stacquet, Marcel Vallée e Louis Pré Fils).
Insieme scoprono che uno scienziato pazzo (Charles Martinelli) ha lanciato
un raggio in grado di addomentare tutto il mondo. Per far tornare tutto alla
normalità i nostri eroi cercheranno la collaborazione della figlia dello
scienziato (Myla Seller)…
L’idea di fermare o modificare l’andamento del tempo accompagna l’uomo fin dalle sue origini. Ne parlava già Zenone nell’antica grecia. Era però la prima volta che questa stessa idea veniva proposta sul grande schermo e sicuramente dovette affascinare molto gli spettatori dell’epoca. Fin da questo primo film, René Clair mette in scena alcuni dei temi a lui più cari, come l’avversione per le ricchezze, il desiderio di libertà e il tocco fantastico che abbiamo conosciuto grazie a Le Voyage imaginaire. Paris qui dort risulta godibilissimo grazie alla sua brevità e alla capacità del regista di mettere in scena la vicenda con estrema leggerezza. Si è ipotizzato che una delle fonti di ispirazione per il regista, sia stata la visione della Parigi semi-deserta durante la Prima Guerra Mondiale.
René Clair, scontento dei suoi lavori giovanili, rimise mano nel 1976 a Paris qui dort per effettuare alcune modifiche, facendo diversi tagli e riducendo il tutto a 35minuti circa (la versione che potete vedere qui in fondo dovrebbe essere questa). Nel 1999 la Cinémathèque Française rimise mano al film per riportarlo ai 67 minuti originari.
L’idea di fermare o modificare l’andamento del tempo accompagna l’uomo fin dalle sue origini. Ne parlava già Zenone nell’antica grecia. Era però la prima volta che questa stessa idea veniva proposta sul grande schermo e sicuramente dovette affascinare molto gli spettatori dell’epoca. Fin da questo primo film, René Clair mette in scena alcuni dei temi a lui più cari, come l’avversione per le ricchezze, il desiderio di libertà e il tocco fantastico che abbiamo conosciuto grazie a Le Voyage imaginaire. Paris qui dort risulta godibilissimo grazie alla sua brevità e alla capacità del regista di mettere in scena la vicenda con estrema leggerezza. Si è ipotizzato che una delle fonti di ispirazione per il regista, sia stata la visione della Parigi semi-deserta durante la Prima Guerra Mondiale.
René Clair, scontento dei suoi lavori giovanili, rimise mano nel 1976 a Paris qui dort per effettuare alcune modifiche, facendo diversi tagli e riducendo il tutto a 35minuti circa (la versione che potete vedere qui in fondo dovrebbe essere questa). Nel 1999 la Cinémathèque Française rimise mano al film per riportarlo ai 67 minuti originari.
Io gli
darei cinque pallini. Voi?
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