Andre Lhote, tennis, 1917 |
sono così pericolose, così provocatorie,
che forse dovrebbero esser taciute per sempre…”
Sigmund
Freud (1938)
PRIMO SET.
Se
avete giocato a tennis sapete bene che la tecnica non è tutto se non hai la
testa e il cuore e che le geometrie, a un certo punto, te le sogni la notte. Se
le sognava anche Sigmund Freud che però non solo lo amava, ma lo trovava così
denso di significati profondi da dedicargli quasi 80 testi.
SECONDO SET.
1980,
Theodor Saretsky, docente di psichiatria e psicoterapia al Postdoctoral
Institute dell’Adelphi University e tennista sfegatato, acquista un vecchio
baule ammuffito ad un’asta di cimeli freudiani. Al suo interno trova un
manoscritto: Prima raccolta delle opere tennistiche di Sigmund Freud
(1938). Non
solo Theodor fece una scoperta straordinaria. Non solo Freud amava il tennis e
presumiamo il sesso, di cui parlava in continuazione, ma mise in rapporto le
due cose. Riprendiamo
quanto pubblicato da Il
sesso come sublimazione del Tennis – Theodor Saretsky, stampato in Italia da
Mondadori.
TIE
BREAK
“Nessuno
sa che sono sempre più deluso dal sesso e che quando vado scrivendo della
sessualità umana è una falsa pista destinata a distrarre l’attenzione del mondo
dalla mia teoria dell’Istinto Tennistico… La grande libido del tennis finirà
col togliere alla pulsione sessuale il potere che esercita sulla psiche umana,
per trasferirlo su qualcosa che ha radici ben più profonde: la perenne ricerca
di campi coperti disponibili nelle prime ore del mattino”.
In
una lettera, il 12 settembre del 1901, inviata al Dottor Pfister (consigliere
ecclesiastico, tra i primi sostenitori della teoria dell’Istinto Tennistico,
autore del libro “ Nel doppio il mio partner è Dio”), Freud domandò all’amico come
mai la sua mente fosse sconvolta da una passione elementare e pedestre come la
Follia Tennistica, che lo portava a non dormire la notte, a perdere l’appetito
e addirittura l’interesse per il suo lavoro. Il suo unico insistente pensiero
era quello di trovare uno stratagemma per scatenarsi sui campi dai tennis come
un comune mortale, “scappando” dalle sue donne di casa che nel suo poco tempo
libero lo costringevano a spostare i mobili dell’ufficio portandolo
all’esasperazione e tenendolo lontano dal campo.
In
realtà, tutto questo aveva a che fare con la proibizione paterna di giocare a
cavalluccio. Attraverso queste lettere Freud si rese conto che il tennis pian
piano prendeva il sopravvento sul sesso e che i suoi sogni mostravano
irrimediabilmente una fortissima connessione con le esperienze più
significative della sua infanzia.
Questa
dottrina diede inizio ad atti di vera e propria follia.
Nel
1922 l’Austria venne travolta da un atto fanatico nel vero senso della parola:
centinaia di individui, sofferenti d’ipocondria tennistica, chiesero di
far spargere le proprie ceneri sui campi da gioco. Freud e il governo austriaco
riuscirono a porre fine alla situazione spiegando che, a furia di spargere
ceneri, i campi si stavano rovinando e le palle rimbalzavano male. Mentre
il Maestro elaborava i primi principi della Tennisanalisi, sostenuto moralmente
dai suoi confidenti del Circolo di Mercoledì e criticato con accuse di
depravazione da parti di molti, in Austria nacquero istituti che avrebbero
dimostrato che le sue teorie in fondo non erano pura e semplice follia. Da
menzionare la Clinica degli Incurabili Tennistici nel castello di Belle-Vue,
vicino a Vienna, in cui un Freud ancora agli inizi di carriera, lavorando su
alcuni casi disperati di degenerazione tennistica ereditaria, acquistò
conoscenza dei Grandi Segreti dell’Inconscio Tennistico.
Anton Räderscheidt (German, 1892 – 1970) The Tennis Player. 1928 |
Nel
1906 fondò l’Istituto di Tennisanalisi, cui unico scopo era quello di studiare
e curare, clandestinamente, la nevrosi tennistica dei suoi pazienti. Studi che
lo condussero ad affermare, soprattutto basandosi sul famoso sogno di Otto M (in cui una racchetta simboleggiava un essere umano e una partita di tennis
rappresentava l’esistenza stessa), che“ LA VITA è TENNIS e IL TENNIS è VITA” e
l’unico modo per conoscere a fondo i pazienti era giocarci una partita di
tennis perchè è sul campo che affiorano tutte le paure dell’essere umano. A
Freud va attribuita anche un’indagine psicanalitica sul perché perdiamo contro
avversari meno bravi di noi. (Il bisogno inconscio di fallire, 1896)
Per
affrontare questo argomento si servì di Hans, campione di tennis che
invariabilmente perdeva le partite più importanti. Da piccolo quest’ultimo
rifiutava di uscire di casa per paura che un cavallo potesse staccare con un
morso la testa della sua racchetta. Il
bambino nutriva ostilità nei confronti del padre, sebbene gli avesse insegnato
a giocare a tennis e che a sua volta aveva nell’inconscio l’ansia nevrotica di
essere battuto dal figlio. Il
Maestro scoprì che in realtà Hans proiettava sul cavallo l’idea della vendetta
paterna per il suo spirito competitivo. Fu a quel punto che dovette rendersi
conto che se durante una partita detestava gli avversari così tanto per cercare
di batterli, inevitabilmente era come se volesse battere suo padre. Questo gli
impediva di vincere perché lo portava ad avere nei confronti dell’avversario un
sentimento di amore e odio controproducente. Dopo
l’aiuto di Freud il campione Hans, che aveva sconfitto la sua “fobia”, era in
grado di vincere ogni partita
TERZO
SET
Per
anni Freud si sforzò di capire alcuni fenomeni della vita quotidiana di un
giocatore di tennis. Si
rese conto che molti non riuscivano a servire se non avevano tutte e tre le
palle in mano, altri si preoccupavano di sapere chi era stato l’ultimo a passar
loro la palla, altri ancora erano perennemente distratti dal dubbio di avere la
patta dei pantaloncini aperti oppure non riuscivano a dormire bene se non
possedevano diversi tipi di racchetta e non sapevano esattamente dove fossero
collocate. La
spiegazione è sconcertante: Freud asserì che le ossessioni servono a sostituire
l’organo genitale maschile. (Da Il mistero sotto la gonna, 1938)
Percy Shakespeare, Tennis, 1937, oil on canvas, Private Collection.
Percy Shakespeare, Tennis, 1937, oil on canvas, Private Collection.
GIOCO. PARTITA INCONTRO.
“Le racchette siamo noi e noi siamo
le racchette.
Quando saremo riusciti ad accettare questo fatto fondamentale, scopriremo che la vana lotta per dominare il mondo circostante è in realtà la lotta per dominare noi stessi”
Quando saremo riusciti ad accettare questo fatto fondamentale, scopriremo che la vana lotta per dominare il mondo circostante è in realtà la lotta per dominare noi stessi”
Fonte
– Il sesso come sublimazione del Tennis” –
Theodor Saretsky, 1988 Arnoldo Mondadori editore.
Theodor Saretsky, 1988 Arnoldo Mondadori editore.
The Tennis Player - 1927 Artist: Lawrence Stephen Lowry
|