La testa
ricorda il volto di Stan Laurel, ma è un caso e poi vi diremo il perché. E’
adorna di viti, bulloni, molle, tanto da dare vita alla versione pop del mondo
Dada delle teste di Hausman e Hartmann. E’ un piccolo capolavoro e non solo
dell’arte pubblicitaria, che ha una storia alle spalle, sconosciuta.
Ma
facciamo un passo indietro. Forse più ieri di oggi gli artisti viaggiavano,
lavorando in questo o in quel continente, anche per la pubblicità o per le
riviste, come ben dimostra l’esperienza di De Pero a New York.
E’ questo
il caso di Achille Luciano Mauzan (Gap 1883 – Gap 1952) illustratore e pittore
francese, che molti credono italiano, e molti invece argentino. Nato in Francia
ma trasferitosi presto in Italia iniziò a lavorare come illustratore per
riviste, cartoline o ceramiche, in seguito per l’industria cinematografica
producendo tra il 1909 e il 1913 circa 1500 locandine di film. Nel 1924 fondò
con Morzenti una propria casa di produzione grafica e pubblicitaria per poi
trasferirsi in Argentina (1927-1932) prima di far ritorno in Francia
(1932-1952), dove continuò a lavorare.
Ma ecco la
storia. L’agenzia pubblicitaria svizzera Exitus, fondata nel 1910, per
conquistare la Società Farmaceutica argentina Suárez Zabala, chiama a raccolta due
fuoriclasse stranieri: Gino Boccasile e Achille Mauzan.
Il
fondatore, Suarez Zabala, ha il pallino della pubblicità e per il lancio della
sua nuova Aspirina Geniol vuole
qualcosa di assolutamente diverso. Ma nulla gli piace e così si succedono le
presentazioni, nelle quali i bozzetti vengono letteralmente “tirati dietro”.
Sino a quando, Mauzan, stremato, realizza una caricatura dell’imprenditore, con
la testa piena di chiodi e viti e il naso bloccato da una spilla di sicurezza.
Quando per
caso il cliente s’imbatte nel disegno, non si arrabbia. Anzi, è convinto che
deve essere proprio quella l’immagine del lancio del prodotto, poiché esprime
in maniera semplice e immediata la metafora del mal di testa e degli altri
acciacchi che Genion può debellare. Nel 1927
esce il poster e subito dopo la statuetta, realizzata in collaborazione con il disegnatore
triestino Sergio Hocevar, che in seguito ha adottato il nome d'arte di Sergio
Sergi, invadendo negozi e farmacia, sino a divenire icona kitch argentina. E che rimarrà in produzione in infinite varianti sino agli anni '60. Nel 1937 lo scultore Oscar Dominguez si divertì anche a proporre una sua versione femminile.
La morale?
Gli imprenditori hanno sempre ragione.
Hartmann Head, berlin |
uando un'idea è per davvero un'idea, piace per davvero e diventa storia.
RispondiElimina