Mai scoraggiare le mezze seghe. Hitler, copista e acquarellista
mediocre, scartato più volte dall’ammissione all’Accademia di Belle Arti di
Vienna finì per placare la propria frustrazione facendo scoppiare la Seconda
Guerra Mondiale. E non mi pare poco. Cosa che mi ha portato ad avere sempre una
certa indulgenza con gli imbrattatele e con i soggetti promossi a suo tempo da
Diprè. Perché chi stende i colori difficilmente invade poi la Polonia.
Impossibilitato a dipingere, Hitler pensò così di
demonizzare prima l’arte moderna, bollando come arte degenerata un’intera generazione di geniali innovatori, per
molti versi irreplicabile, per poi vagheggiare un’arte apollinea e teutonica
che, per fortuna, non si è mai imposta.
In questo delirio estetico divenne anche un collezionista
maniacale, proprietario - come Stalin – della misteriosa Isola dei Morti di Arnold Bocklin (che in effetti avrei appeso in
camera anche io). Ma anche di oltre 5mila opere minori, per le quali si voleva
costruire anche un museo a Linz, in Austria.
Autori oggi dimenticati, come Franz Eichhorst, Paul Herrmann, Sepp Hilz, Friedrich W. Kalb, Oscar
Oestreicher, Steppes Edmund, Armin Reumann. Per la maggior
parte, essi stessi vittime dell’accostamento con Adolf, che ha portato le loro
opere a essere distrutte o a rimanere celate nei magazzini.
Pittori “tradizionalisti”, non sempre compromessi dal nazismo,
ma che ne esprimevano a volte involontariamente, i suoi valori estetici e ideali.
Che forse ora andrebbero studiati con spirito più aperto.
16 di queste opere sono ora emerse nella Repubblica Ceca
dopo una ricerca che ha impegnato per cinque anni un artista locale. Opere
trasportate in Cecoslovacchia durante l’occupazione su ordine di Hitler stesso,
per evitare che venissero danneggiate.
Erano state acquistate in Germania e valgono oggi circa 2.7 milioni di dollari (almeno questa è la valutazione che ne hanno dato i quotidiani).
Erano state acquistate in Germania e valgono oggi circa 2.7 milioni di dollari (almeno questa è la valutazione che ne hanno dato i quotidiani).
Sono state presentate al convento di Doksany, nel nord della
Repubblica Ceca e facevano parte di un corpus di 70 pezzi nascosti in un monastero
a sud di Vyssu Brod.
Questi dipinti ritrovati andranno all’Istituto per la
Protezione e la Conservazione di Monumenti e Siti Nazionale, che ha affermato
di non volerli vendere né esporre al pubblico.
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