UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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mercoledì 15 luglio 2015

DIO CREO’ I COLORI. QUALCUNO PROVO’ A CONTARLI.



Nell’ambito della ricerca ne possono succedere di tutti i colori. Quindi dimenticare di chiamarli "topi di biblioteca".
Ne sa qualcosa Erik Kwakkel uno studioso di antichi testi medievali dell’Università di Leida (guardate qui il frutto delle sue ricerche http://erikkwakkel.tumblr.com) che analizzando i fondi della Bibliothèque Méjanes di Aix en Provence ha scoperto nel 2013 un libro scritto a mano.          Un “unicum” in tutti i sensi: un tomo rilegato di 800 pagine che spiega l’uso dei colori nella pittura dell’epoca e le variazioni cromatiche per la pittura ad acquarello in migliaia di variazioni sistematiche.
Un volume redatto nel 1692 da un misterioso a A. Boogert che anticipa di quasi 3 secoli il manuale del Pantone (pantone Color Guide) che, codificando i colori, ha rivoluzionato l’industria tipografica (1963). C’è sempre qualcuno avanti. Troppo avanti...





P.S. Sì...ma una scoperta così avviene una volta nella vita. Non sempre. Lo stesso autore ha anche scoperto un mirabile Libro dei Pattern, realizzato intorno al 1760. Qui allegato.












sabato 11 luglio 2015

AMRITA SHER - GIL. LA FRIDA KHALO DELL'INDIA.

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Più la storia è maledetta, più la pittura appare bella e affascinante. Siamo tutti un po' cialtroni, noi artofili, ma ci piace guardare nelle pieghe del quadro, negli sguardi, cercando di individuare storie e presagi. Facciamo i colti, ma poi leggiamo le biografie, da Caravaggio a Van Gogh, e ci emozioniamo per delitti ed eccessi.

Come non inserire in questa élite Amrita Sher - Gil (30 Gennaio 1913 - 5 dicembre 1941), una pittrice indiana nata da padre del Punjabi, aristocratico sikh, fotografo per passione, e da una madre ebrea ungherese, cantante lirica.

Nota anche come la Frida Kahlo indiana  - grazie anche alla riscoperta effettuata in occasione del centenaio della nascita- è  oggi considerata forse la più importante pittrice del 20° secolo in Asia, la cui eredità culturale in India viene rivelata alla pari con quella dei Maestri del Bengala ed ebbe grande influenza su maestri come Sayed Haider Raza e Arpita Singh.  



Bellissima, nata a Budapest e trasferitasi a 8 anni in India, verrà a studiare a Firenze (addirittura a 11 anni, sic!) e a Parigi, per poi tornare in India, dando vita a una serie di dipinti, negli anni ’30, dedicati alle donne indiane dei villaggi del Sud, che oggi fanno scuola. Abbandona finalmente  lo "stile europeo", approfondisce la ricerca a Summer Hill, Shimla, dove la famiglia risiede, e cerca di creare, anche nei colori, una reale identità indiana. 
Non solo esplora forme e cromie fatte di terra e spezie, ma va a donare alle donne espressioni che la pittura indiana non aveva mai esplorato prima. Attenta, anche politicamente, a voler raccontare la vita dei poveri, dei derelitti, dei rappresentanti delle caste più umili. La sua non è una fuga intellettuale come Gauguin, è una presa di coscienza.
Con lei finisce l'orientalismo, e nasce la pittura d'oriente contemporanea.

 


Sposatasi con il cugino Victor, ungherese, lo tradisce costantemente con uomini e con donne, che spesso usa come modelle. I detrattori la chiamano Gipsy, la zingara, per le sue origini.

--> Con lui si trasferisce a Saraya, nell'Uttar Pradesh, regione ai confini con il Nepal, attraversata dal Gange, ma poi insoddisfatta, si sposta a Lahore. E’ proprio qui, nel 1941, a vent'otto anni, pochi giorni prima dell'apertura della sua prima grande mostra personale, si ammala gravemente, scivola in coma e muore.
La madre accusa il marito di averla uccisa. Molti credono che la causa della morte sia un aborto clandestino. Amrita è morta da poche ore quando l'Inghilterra dichiara guerra all’Ungheria e Victor viene messo in prigione come nemico della nazione.
Salman Rushdie si è ispirato a lei per la protagonista della novella ”The Moor's Last Sigh", 1995.