UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti 50 nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, progettisti, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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lunedì 29 novembre 2010

ALBERT NAGY. IL MAESTRO UNGHERESE CHE BALLO' UNA SOLA ESTATE.

E' il 21 marzo del 1934, anno XII dell'era fascista. A Roma, a  Palazzo Doria, Piazza del Collegio Romano, apre la mostra del pittore ungherese Albert(o) Nagy, il nome nuovo della pittura magiara, il discepolo pridiletto di Gyulia Rudnay "... un osservatore dell'ignoto.... un poeta di alta sentimentalità, con una pittura che commenta le azioni terrene, le spiritualizza e ce le riporta all'esame del nostro occhio viziato e della nostra anima traviata da mille preoccupazioni e spesso colpita da molti dolori...." come recita la presentazione del catalogo curato dal critico e storico dell'arte Piero Scarpa.

Non solo c'è l'ambasciatore Ungherese, ma di sera, fuori dagli orari ufficiali, arriva anche il Duce. Che, secondo le indiscrezioni dell'epoca, acquisterà anche un'opera di "soggetto sentimentale", omaggio privato ad una signora, anche se la tela compare tra le opere d'arte trafugate dopo l'8 settembre a Villa Torlonia.
Il successo è ormai alle porte, e la sua pittura così elegante e misteriosa sembra aver raggiunto il riconoscimento internazionale. Durerà però solo 5 anni. Subito dopo lo scoppio della guerra, Albert torna in Transilvania, dove rimarrà bloccato oltre cortina (il suo lasciapassare viene negato ben due volte) per morire nel 1970. 
Certo l'Urss gli celebre tributi e una grande mostra. Ma non era certo quello che il nostro Albert, siamo certi, avrebbe sognato...

Albert Nagy Torda 1902 – Kolozsvár 1970 è considerato il maggiore pittore transilvano.   
Nel 1921 si diploma al'Unitaria Cluj College e frequenta l'Accademia di Belle Arti.
Nel 1926 compie il primo viaggio in Italie e nel 1932 partecipa alla mostra romana ungherese. Allo scoppio della guerra  si trasferisce a Cluj, ma è ormai difficile adattarsi alla vita provinciale e alle rovine della guerra e, poi, della dittatura.

Nel 1963 avviene la riabilitazione. Espone a Bucarest, e poi, con una mostra itinerante, a Pechino, Pyongyang, Ulaanbaatar, Mosca e Leningrado pure, dove riceve il massimo riconoscimento artistico sovietico.




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