UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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sabato 14 novembre 2020

L’UOMO CHE SAPEVA FERMARE IL TEMPO. Harold Eugene "Doc" Edgerton,

Harold Eugene "Doc" Edgerton, noto anche come “Papa Flash”, era un professore di ingegneria elettrica presso il Massachusetts Institute of Technology. È a lui che viene in gran parte riconosciuto il merito di aver trasformato lo stroboscopio da uno strumento di laboratorio oscuro in un sistema evoluto per catturare immagini, capace di fermare quello che nessun occhio umano era mai riuscito a fare. Un salto in avanti totale su una strada che già aveva aperto con tecnologie puramente manuali un altro pioniere come Eadweard Muybridge (1830 – 1904) un stato un fotografo britannico, il primo a fermre nel 1887 il galoppo di un cavallo.
 


Le sperimentazioni fotografiche di Edgerton cominciano nel 1932, ma nel 1937 inizia un rapporto di lunga durata con il fotografo statunitense di origine albanese Gjon Mili, trasformando una ricerca teorica in qualcosa di molto diverso. I due si servono di apparecchiature stroboscopiche e di particolari tipi di flash elettronici che danno loro modo di produrre fotografie incredibili, prima di allora mai viste. La luce arrivava a lampeggiare fino a 120 volte al secondo, producendo fotografie di grande impatto, che ritraevano momenti impercettibili all’occhio umano. Vengono registrati così su pellicola una serie di movimenti ravvicinati, tradotti in immagini multiple grazie ai lampeggiatori elettronici che scattano più volte al secondo in un ambiente completamente buio. Edgerton, aiutato da Charles Wykoff, sviluppa poi una nuova fotocamera che prende il nome di Rapatronin (RAPid Action elecTRONIC). Questo apparecchio fotografico è capace di esporre le immagini in un tempo di soli 10 nanosecondi, motivo per cui venne utilizzato principalmente per immortalare le reazioni dei primi millisecondi durante le esplosioni dei primi test nucleari.

Il sistema di illuminazione flash ultrarapido (fino a 1/1.000.000 di secondo) gli consentì di catturare quelle che ormai sono diventate delle icone, come gli schizzi prodotti da una goccia di latte (1936) o l’impatto di una pallottola su una mela (1954) la cui tirartura fotografica a 500 esemplari viene oggi trattata intorno ai 30,000 dollari.

 



 



 

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