UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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domenica 8 gennaio 2012

SCHAD. UN GRANDISSIMO, INCREDIBILMENTE CONOSCIUTO DA POCHI.

La provocazione può diventare intellettuale come diceva Schad "se ben rifinita e studiata" così,  "...anche una vagina può essere arte non solo quindi mero strumento sessuale". 
In “Deux Filles“ Schad ci mostra la bellezza del corpo femminile e la sua arte nel tentare la coscienza umana, con ragionamenti animaleschi e primitivi. La masturbazione diventa oggetto di venerazione, di studio se vogliamo ma non azione banale o scontata perché, lo sappiamo bene, ricercata dalle donne e dagli uomini che ne fanno uso. Uno sguardo perso nel vuoto ma cosciente dell’azione, del movimento che provoca piacere, la compagna di esperienze guarda l’amica nell’atto del godimento. Christian cerca strade proibite ma che provocano desiderio e godimento. Lui tedesco di Miesbach (Baviera), nato il 21 agosto del 1894, che vide la prima e la seconda guerra mondiale analizza non solo i tedeschi ma l’umanità stessa. Sempre al limite, se non apertamente scandaloso, Schad non si preoccupa di cosa disegna ma di farci comprendere perché lo ha fatto, il motivo per cui ha voluto vedere il piacere sui nostri volti. 


Studia all’Accademia d’arte di Monaco di Baviera è ben presto si avvicina hai gruppi Dada e d’avanguardia. La fusione con lo stile nuovo del novecento avverrà quando costretto a scappare per evitare il servizio militare si rifugia in Svizzera, Zurigo per essere precisi, dove nasce il movimento Dadaista. Influenze stilistiche ma non sostanziali perché il pittore tedesco è sicuro della sua arte e del suo pennello, mai in errore o superfluo. Lo stile si affina anche grazie ai suoi viaggi compiuti dopo il primo conflitto mondiale a Roma e Napoli, per poi trasferirsi a Vienna. “Nudo a mezzo busto“ è la continuazione d’azione di intenti del pittore che sembra volerci mostrare la donna dopo l’atto sessuale. Occhi stanchi ma goduti con una vena quasi “fumosa“ nelle pupille, capelli leggermente fuori posto , seni con capezzoli ben presenti e un accento di pelo sotto le due ascelle che intrigano l’occhio dell’osservatore. Le donne di Schad sono femminili, sensuali e tenaci, molto snob e alle volte timide nonostante la loro voglia, la loro esigenza di provocare. La collana della donna è fine, di classe sembra che arrivi direttamente dai quadri di Tamara de Lempicka o dalle illustrazioni femminili dell’Art Nouveau. 



Tutto è sensuale, molto erotico e non banale. Ma sulla sua pittura incombe il nazismo, Berlino viene sconvolta da Hitler e la sua permanenza nella capitale tedesca viene meno. Si avvicina al simbolismo e al realismo magico ma ormai tutto ciò non conta più: Schad si ritira dalla vita pubblica, stanco e sfiduciato. Si dedicherà a ritratti e ad opere su commissione. Un talento forse sprecato ma che ci regala opere uniche come per esempio “ Marcella “, fine donna di città che coccola un bellissimo gatto nero con occhi attenti. La solitudine in cui si chiude Schad lo aiuterà anche a creare nella sua Baviera lavori di eccelso livello, ma purtroppo le donne non erano più quelle di una volta. Il feeling era scomparso, la società non era più quelle di prima, le sue ragazze erano mutare l la guerra ed il nazismo avevano spazzato via tutto. “Marcella“ non appariva più bella come un tempo, anche se il suo abito violetto faceva risaltare le sue giovani forme. Rimaneva solo più il gatto nero portatore, si sa, secondo strane credenze di sfortuna e morte. Rimarrà solo fino alla morte Schad, spegnendosi il 25 febbraio del 1982 a Keilberg, piccolo paesino della sua amata Baviera. (J G Sapodilla)


Schad, in una fotografia degli anni '20.
Lo riconoscete in camera operatoria?


5 commenti:

  1. Grandissimo e sconcertante artista, genio della Nuova oggettività tedesca. Incredibilmente misconosciuto.
    Bravi ottimo contributo, con stima,
    Mauro S.

    P.S.: a quando un bel contributo su Cagnaccio di San Pietro?

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  2. Grazie dei complimenti, ma abbiamo già dedicato un articolo a Cagnaccio di San Pietro, vallo o a cercare, dal titolo eloquente.
    CAGNACCIO DI SAN PIETRO, PER NOI UNO DEI 100 GRANDI DEL '900.

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  3. Grazie della segnalazione, mi era sfuggito.
    Vado a leggerlo subito e con grande piacere.

    Saluti,
    Mauro

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  4. Ho letto l'articolo su Cagnaccio ed ho apprezzato molto.
    Prendo l'occasione per chiedere se mi son perso anche contributi su altri due dei miei pittori preferiti, Antonio Donghi e Domenico Gnoli, che vedo nelle immagini riportate a fondo blog.
    Cordiali saluti,
    Mauro

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  5. Grazie per i complimenti. Gnoli e Donghi, per noi tra i top 200 del '900 saranno oggetto di altri articoli. Se però andate in fondo alla pagina, digitando sui diversi anni potrete vedere tutti gli articoli- Oppure digitando sul motore di ricerca. qualche nome, la casa rossa di Melli, Wiilart, Accatino, Rietveld...

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