Elie
(Eliaz) Nadelman (20 febbraio 1882 - 28 dicembre 1946) èè stato uno dei maestri dell’avanguardia “patinata” – non so
se esista o sia possibile una definizione così - è stato in realtà uno dei
primi a scoprire la bellezza ingenua dell’arte popolare della
tradizione folk americana.
Nadelman nasce a Varsavia, a vent’anni vive a
Moanco, e poi a Parigi, dove rimarrà sino allo scoppio della Guerra (1914) a
stretto contatto con l'avanguardia, esponendo alla Société des Artistes
Indépendants e al Salon d'Automne dal 1905 al 1908.
La sua prima mostra personale nel 1909 alla Galerie Druet,
Parigi fu un successo
sensazionale, così come la sua mostra del 1915 nella galleria 291 di Alfred
Stieglitz. svelando una grande ciclo di
teste femminili classiche in gesso e bronzo e nudi a figura intera e disegni
cubisti quest'ultimo acquistato da Leo Stein, che aveva portato
Picasso nello studio di Nadelman nel 1908. Un lavoro che nel periodo eroico dellle avanguardie
(1905-1914) che ebbe un'importanza cruciale per la scultura moderna dei primi del
20 ° secolo.
Trasferitosi negli Stati Uniti (diventando cittadino americano nel 1927) inizia a collaborare con il mondo del teatro, e sposa nel 1920 prima Viola Flannery, una ricca ereditiera. Con lei condivide la passione per l’arte folk americana che iniziano a collezionare arrivando a dare vita al Museo delle Arti Popolari a Riverdale, New York mel Bronx (1925) dove ha vissuto sino alla morte.
Con la crisi del ’29 la ricchezza della moglie ha un duro colpo, e crollano i collezionisti che gli acquistano opere. La difficoltà è tale che nel 1937 deve vendere la sua collezione del Museum of alla New York Historical Society.
Trasferitosi negli Stati Uniti (diventando cittadino americano nel 1927) inizia a collaborare con il mondo del teatro, e sposa nel 1920 prima Viola Flannery, una ricca ereditiera. Con lei condivide la passione per l’arte folk americana che iniziano a collezionare arrivando a dare vita al Museo delle Arti Popolari a Riverdale, New York mel Bronx (1925) dove ha vissuto sino alla morte.
Con la crisi del ’29 la ricchezza della moglie ha un duro colpo, e crollano i collezionisti che gli acquistano opere. La difficoltà è tale che nel 1937 deve vendere la sua collezione del Museum of alla New York Historical Society.
Nel 1935 molte delle sue figure in gesso e sculture in legno
furono distrutte da operai inviati a ristrutturare il suo studio che non
avevano compreso l’importanza. Nadelman portò via tutto il suo lavoro pre-1935
nella soffitta e nella cantina della sua casa a Riverdale e lo lasciò lì per
disintegrarsi. Dopo il suo suicidio, a Riverdale, il 28 dicembre 1946, le sue
opere vengono riscoperte. E la sua scultura "Man in the Open Air" fu
restaurata e reintrodotta in una retrospettiva al MOMA di New York.