UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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domenica 19 gennaio 2020

Elie Nadelman IL MAESTRO DEL PERFETTO CHE AMAVA L’ARTE IMPERFETTA

Elie (Eliaz) Nadelman (20 febbraio 1882 - 28 dicembre 1946) èè stato uno dei maestri dell’avanguardia “patinata” – non so se esista o sia possibile una definizione così - è stato in realtà uno dei primi a scoprire la bellezza ingenua dell’arte  popolare della tradizione folk americana. 
Nadelman nasce a Varsavia, a vent’anni vive a Moanco, e poi a Parigi, dove rimarrà sino allo scoppio della Guerra (1914) a stretto contatto con l'avanguardia, esponendo alla Société des Artistes Indépendants e al Salon d'Automne dal 1905 al 1908.





La sua prima mostra personale nel 1909 alla Galerie Druet, Parigi  fu un successo sensazionale, così come la sua mostra del 1915 nella galleria 291 di Alfred Stieglitz. svelando una grande ciclo di teste femminili classiche in gesso e bronzo e nudi a figura intera e disegni cubisti  quest'ultimo acquistato da Leo Stein, che aveva portato Picasso nello studio di Nadelman nel 1908. Un lavoro  che nel periodo eroico dellle avanguardie (1905-1914) che ebbe un'importanza cruciale per la scultura moderna dei primi del 20 ° secolo.          
Trasferitosi negli Stati Uniti (diventando cittadino americano nel 1927) inizia a collaborare con il mondo del teatro, e sposa nel 1920 prima Viola Flannery, una ricca ereditiera. Con lei condivide la passione per l’arte folk americana che iniziano a collezionare arrivando a dare vita al Museo delle Arti Popolari a Riverdale, New York mel Bronx (1925) dove ha vissuto sino alla morte.           
Con la crisi del ’29 la ricchezza della moglie ha un duro colpo, e crollano i collezionisti che gli acquistano opere. La difficoltà è tale che nel 1937 deve vendere la sua collezione del Museum of alla New York Historical Society.

Nel 1935 molte delle sue figure in gesso e sculture in legno furono distrutte da operai inviati a ristrutturare il suo studio che non avevano compreso l’importanza. Nadelman portò via tutto il suo lavoro pre-1935 nella soffitta e nella cantina della sua casa a Riverdale e lo lasciò lì per disintegrarsi. Dopo il suo suicidio, a Riverdale, il 28 dicembre 1946, le sue opere vengono riscoperte. E la sua scultura "Man in the Open Air" fu restaurata e reintrodotta in una retrospettiva al MOMA di New York. 









LA SUA COLLEZIONE DI FOLK ART