UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


Seguiteci anche ogni mese su ARTeDOSSIER
https://www.facebook.com/museoimmaginario.museoimmaginario

https://www.facebook.com/Il-Museo-Immaginario-di-Allfredo-Accatino-487467594604391/




venerdì 30 novembre 2018

MA BELLO BELLO BELLO: MARUJA MALLO


Opere che avevo visto surfando in rete senza mai saperne il nome. E il mome era quello di una donna Maruja Mallo (Ana María Gómez González), capace di spaziare tra realismo e surrealismo. Maruja nasce a Viveiro (Lugo) nel 1902 e fin da piccolo è stato attratto alla pittura, iscrivendosi presso la Scuola di Arti e Mestieri Avilés dove ha incontrato il pittore Luis Bayón.
Nel 1922 si trasferisce con la famiglia a Madrid e iniziò i suoi studi presso la Royal Academy of Fine Arts di San Fernando, dove stringe amicizia con Salvador Dalí, ed entra in relazione con tutti i grandi spagnoli del tempo  da Federico García Lorca a Luis Buñuel. Con Concha Méndez, Josefina Carabias, Rosa María Zambrano Chacel ha crea il gruppo o movimento "il capo scoperto", così chiamata perché hanno osato uscire senza il capo sulla sua testa.

Sobre estas líneas, Joven negra, 1948, óleo sobre cartón,

Negli anni Venti Maruja lavora come illustratore per varie pubblicazioni e stringe una relazione con il poeta Rafael Alberti.
Nel 1932, Maruja Mallo si trasferisce a Parigi dove rimase per due anni ed espone alla galleria Pierre (1932), e André Breton acquista un suo lavoro, lo Spaventapasseri entrando in contatto con il Surrealismo.


A causa della guerra civile fugge in Portogallo e denuncia gli orrori commessi dagli insorti nella sua nativa Galizia. Nel 1962 tornò in Spagn.. Negli anni ottanta, i giovani critici d'arte e artisti di Madrid recuperarono la sua figura, quasi passata nell'oblio. Muore a Madrid il 6 febbraio 1995.


-->

lunedì 12 novembre 2018

CIENT’ANNE. il volto di Christina

Christina Elizabeth Frances Bevan è polvere, ed era più vecchia di vostra nonna, pace all’anima sua.
Nel 1897 ha però soòo 16 anni in queste foto, magiche, vicino alla scogliera.
Era nata nel 1897 e morì nel 1981, figlia di Edwyn Robert Bevan (1870–1943), amico di O’Gorman. Eppure ci appare così viva, così contemporanea, da lasciare senza fiato. Merito degli “Autochrome”, inventanti dai fratelli Lumìere, utilizzati per colorare le fotografie di quegli anni, particolarmente sensibili al rosso.


Mervyn O’Gorman era un ingegnere inglese di 42 anni quando scattò queste fotografie a Christina a Lulworth Cove, nella contea inglese del Dorset. Le fotografie ritraggono Christina mentre indossa un costume da bagno rosso e una mantella color rubino. Il tempo è relativo.








Lulworth Cove oggi



-->

sabato 3 novembre 2018

LE ARCHITETTURE IMPOSSIBILI: GIORGIO CECCHERINI

Immaginate un ragazzo povero, che ha talento per il disegno, e poi per l’oreficeria, che si trova casualmente a frequentare  Gio Ponti e gli architetti razionalisti, quando durante gli studi lavora, per mantenersi, come segretario per il concorso de “Il Liviano”, edificio modernista a Padova, forse il solo, vinto poi dallo stesso Gio Ponti e realizzato tra il 1937 e il 1939.
 
Casa al Mare, 2015



Stringe così amicizia con l’architetto, all’epoca quarantenne e già di successo, che spesso viene in città, che diventa per lui il modello e l’ispirazione. Sino a quando, anche lui si mette a inventare architetture gigantesche, bizzarre impossibili, pur non essendo un architetto. E in questo le tavole emerse in una dispersione dalla famiglia, e in parte acquisite dal The Sculpture Center of Cleveland, risultano di una freschezza e visionarietà straordinarie. A volte più belle di molte opere coeve di “veri” architetti. Una storia scoperta per caso al mercato dei libri antichi di Piazza Diaz, che commuove e sorpende.
Il resto è racchiuso nelle note biografiche della figlia, unica erede, morto anzitempo.

Giorgio Ceccherini nasce a Padova il 25 novembre 1908 da una famiglia poverissima. Rimasto ben presto orfano di padre, e visto riconosciuto il suo talento artistico, grazie a borse di studio si diploma maestro d’arte al Regio Istituto d’Arte di Venezia, per poi specializzarsi in sbalzo all’Istituto Selvatico di Padova.
Dipinge, con modalità molto più tradizionale, ma è il cesello che gli darà notorietà, tanto che una delle sue incisioni è proprietà del Gam, grazie agli insegnamenti del suo maestro Comello Giretti che lo portarono ad essere il cesellatore dei più prestigiosi orafi milanesi, Carozzi, Finzi e Martinetti, a operare in America o a realizzare la Maschera d’oro per il Clown Grog, o Il Seminatore, per il Presidente Roosvelt, ora alla Casa Bianca. Due operazioni di cataratta lo portano alla cecità, muore a Milano nel 1980.