UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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giovedì 19 aprile 2018

AMIGHETTO AMIGHETTI. Il novecentista


Amighetto Amighetti (1902-1930) autore della corrente del “Novecento”, morto ventottenne, e subito dimenticato
Artista artista ligure ma di Poggio a Caiano (PO) di adozione (essendovi nati sia il padre sia la madre), precoce e di talento - come si legge nel catalogo della mostra che dopo 90 anni lo ha ripresentato - Amighetti stupisce per la personalità e la tecnica pittorica padroneggiata già da giovanissimo. La critica più avveduta e sensibile che comprende l’intensità della sua arte, la sua tecnica innovativa e il suo desiderio di modernizzazione, lo incoraggia fin dalle prime esposizioni del 1924 a Genova. 




Nel 1925 si sposa con Angiolina Rivara e inizia a frequentare in Toscana il maestro Felice Carena, insegnante all’Accademia di Belle Arti di Firenze, con il quale imbastisce un rapporto destinato a durare negli anni a venire. Carena diventa infatti per Amighetti un fondamentale punto di riferimento per la sua produzione artistica, a cui si ispirerà costantemente fino alla fine dei suoi giorni. Benché non siano note prove documentarie, sembra che il giovane entri in contatto anche con Ardengo Soffici nella sua abitazione delle Fornaci a Poggio a Caiano, poco distante dalla villa di Loretino dove il pittore continua periodicamente a soggiornare.
Nel 1926 gli nasce la figlia Lucilla. In un breve volgere di anni inizia ad esporre dividendosi tra mostre pubbliche e gallerie d’arte, da Genova a Milano, da Firenze a Venezia, dove nel 1928 è presente alla XVI Biennale d’Arte. L’amministrazione comunale della sua città acquista diverse sue opere per la collezione municipale. Nel 1930 partecipa di nuovo alla Biennale di Venezia. Il 23 agosto di quell’anno muore a Genova dopo una breve malattia. Viene sepolto nel cimitero di Poggio a Caiano, dove oltre a lui riposano gli artisti Ardengo Soffici e Armando Spadini.






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