I sapeur congolesi
sono gli esponenti della Société des
Ambianceurs et des Personnes Élégantes: la società delle persone eleganti e
di quelli che “sanno creare l’atmosfera”, come amano definirsi. E lo fanno, in
un zone poverissime, investendo tutti i loro averi in abiti e accessori. Così totalmente affascinanti da soprendere ad ogni scatto, tanto da diventare oggetto di reportage, documentari, e addirittura di una campagna pubblicitaria della Guinness.
I Sapeurs hanno assorbito l’eleganza dagli coloni europei
intorno agli anni ’20, ma l’hanno fatta propria, instaurando i loro canoni.
Negli anni Settanta, il dittatore Mobutu cercò di cancellare i retaggi
coloniali proibendo, per l’uso di giacca e cravatta, che considerava
inaccettabili “simboli degli oppressori”. Il tiranno aveva “invitato” anzi
gli zairesi a indossare una sorta di uniforme nazionale, chiamata abacost (dal francese “à bas le
costume”), costituita da una casacca leggera dal taglio sgraziato accompagnata
da un paio di pantaloni slavati. Sfidando il regime, i Sapeurs si rifiutarono, continuando a
“sfilare” per le strade poverissime del Paese nei loro inappuntabili completi
sgargianti, con tanto di papillon e pipa di scena, guanti bianchi e bastone da
passeggio.
Poche le
regole base:
I colori sono fondamentali: ben vengano i toni
sgargianti ma devono essere sposati bene, e mai più di tre nello stesso outfit (ammesi nelle cravatte).
Le bretelle sono per pochi: se non hai un po’ di pancia, evita.
Un buon abito richiede un buon portamento, e una camminata felpata che consenta a tutti di ammirare i dettagli, calzini compresi.
Le bretelle sono per pochi: se non hai un po’ di pancia, evita.
Un buon abito richiede un buon portamento, e una camminata felpata che consenta a tutti di ammirare i dettagli, calzini compresi.
Un vero dandy ha più di un outifit.
Gli accessori sono parte integrante.
Tutto deve essere immacolato e stirato alla perfezione.
Gli accessori sono parte integrante.
Tutto deve essere immacolato e stirato alla perfezione.