Come cita Wikipedia, Alex Colville si è spento “serenamente”
a 93 anni, nel 2013. Non so su quale basi possa affermarlo che sia stato sereno. Ma so che in mezzo a
tante vite turbolente che il Museo Immaginario ha evocato, la sua brilla per regolarità e soddisfazione.
Ha avuto la fortuna di nascere in un paese decisamente
tranquillo come il Canada, dove in breve tempo è divenuto una gloria locale,
tanto da andare in rappresentanza del Canada alla Biennale di Venezia del 1966,
ricevendo poi un sacco di onorificenze. Ha fatto la guerra, ma solo come pittore, e
si è potuto permettere uno stile di vita benestante e riflessivo, che lo ha
portato a produrre non più di 4 o 5 quadri l’anno.
La sua arte, la cui produzione è focalizzata tra gli anni '50 e gli anni '70, è lo specchio di questa vita: sua moglie, i suoi
cani, gli amici, i vicini di casa.
Cosa lo rende però assolutamente unico come pittore e narratore, sono due
elementi straordinari: la tecnica, che porta a sfiorare l’iperealismo, ma che
trasforma ogni corpo in una forma nello spazio. E le inquadrature, sempre sorprendenti.
Più vicino al precisionismo americano che al fotorealismo.
Elegante anche quando potrebbe sfiorare la banalità. Con una pittura silenziosa
che parla di cose ordinarie, in modo straordinario.
Nato nel 1920 a Toronto, si trasferisce a Amherst, Nuova
Scozia all'età di 9 anni. Colpito da polmonite, nella lunga convalescenza,
inizia a dipingere. A 22 anni si è laureato nel 1942 all’Università di Belle Arti di Sackville,
New Brunswick e parte per il fronte, come pittore e illustratore di guerra,
tanto da riuscire a raccontare lo sbarco nel sud della Francia.
Alla fine della guerra, Colville insegna arte, sino a
quando il successo della sua arte gli permette di dedicarsi, trentenne, solo
alla ricerca espressiva. Ricca di successi e riconoscimenti.
Nel 2000, la National Gallery of Canada produce Alex
Colville: Milestones una grande retrospettiva del lavoro di una vita. Il suo
lavoro è attualmente disponibile in collezioni gallerie tra cui la National
Gallery of Canada di Ottawa, il Museum of Modern Art di New York, e il Centro
Nazionale d'Arte et de Culture Georges Pompidou di Parigi.