E’ possibile che l’arte astratta
sia stata creata (direi meglio, esplorata e intuita) da un letterato, almeno 5
anni prima di Kandinsky. E con intuizioni che avrebbero esploso Nicolas De Staël
e Mark Rothko esattamente 50 anni dopo?
Sì. No. Forse. Parliamone.
Johan August Strindberg (Stoccolma, 22 gennaio 1849 – 14 maggio 1912) è statoi un drammaturgo, scrittore e poeta svedese, riconosciuto tra i massimi
letterati del mondo. E pittore, dal 1873 sino i primi anni del ‘900.
Per la vastità e la rilevanza
della produzione (che ricopre praticamente tutti i generi letterari, raccolta
in circa 50 volumi, a cui se ne aggiungono 22 di corrispondenze), il suo nome
affianca il norvegese Henrik Ibsen all'apice della tradizione letteraria
scandinava.
La vita di Strindberg fu però tumultuosa,
tessuta di esperienze complesse e scelte radicali e contraddittorie, a tratti
rivolta contemporaneamente a molteplici discipline non direttamente attinenti
alla figura dell'autore: scultura, pittura e fotografia, chimica, alchimia,
teosofia. Sintomi di una rottura intima del proprio animo con la dimensione
convenzionale del tempo e del vivere, elementi dunque reciprocramente
contaminati nell'atto creativo e fondamentali per la sua interpretazione.
Nel 1900 e
nel 1901 realizza una serie di fondamentali ONDE, replicate in numerose
varianti, alcune delle quali conservate presso il Musee d’Orsay. Una ricerca
rivoluzionaria per il suo tempo, quasi filosofica. Non una volontà di
rappresentazione, ma di ricostruzione dell’universo, imitando l’atto della
creazione. Dando vita a una visione astratta e quasi cosmica. Egli stesso non
si sente un professionista. Scrisse di sé nel 1894: "I select a medium-sized canvas, or preferably a board, so that I can
complete the painting in two or three hours, while my inspiration lasts. [...]
I distribute the colours around the board, and mix them there so as to achieve
a rough sketch".
Un’intuizione
la sua destinata a perdersi e dilatarsi, sino a sparire. Così, attratto dalla
forza della parola, non portò a compimento e che non espresse e declinò in
tutte le sue possibili forme e contaminazione. Opere in qualche modo orfane,
che diventano la dimostrazione di come la luce dell’innovazione non segua mai
regole predestinate.
Succederà ancora? Sì. No. Forse.
Succederà ancora? Sì. No. Forse.