UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


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domenica 13 agosto 2017

RINGL + PIT = FOTOGRAFARE PER ESSERE

Quando sarà spezzata l’infinita schiavitù della donna, quando ella vivrà per sé e grazie a sé, e l’uomo – finora abominevole – le avrà concesso il suo congedo, sarà poeta anche lei! La donna troverà l’ignoto! (…) Troverà strane cose, insondabili, ripugnanti, deliziose.

Arthur Rimbaud

Ringl + Pit (Ellen Auerbach & Grete Stern) Combination, 1930
Questa la foto che le ritrae a 91 e 89 anni quando si ritrovano a New York nel 1995

RINGL + PIT. Il nome sembra una tag. Eppure siamo a Berlino nel 1930. Dovranno passare 60 anni per ritrovarsi nel 1995 a New York nella foto che le ritrae a 91 e 89 anni durante le riprese del documentario Ringl and Pit  di Juan Maldelbaum su una bella storia che rischiava di svanire.
RINGL - Grete Stern (1904 - 1999) e PIT - Ellen Rosenberg Auerbach (1906 - 2004) sono state due artiste d'avanguardia. Ma lo sono state solo per 41 mesi, prima di dover iniziare la loro personale diaspora.
Si incontrano durante la Repubblica di Weimar nel 1929 e aprono uno studio di fotografia e concept design in un momento di grandi sconvolgimenti politici, ideologici che vede Berlino polo di aggregazione e propulsione. Una città libera, trasgressiva, violenta e sorridente come non sarebbe mai più stata. Ma anche un polo economico che sperimenta, dalla grafica pubblicitaria al visual merchandising. E basta sfogliare gli annual di comunicazione, per vedere tutto quello che sarebbe poi successo nei decenni a venire, che non fanno altro che rimettere in ordine le intuizioni e le visioni concepite negli anni ’30.

Grete Stern ha studiato graphic design alla Technische Hochschule di Stoccarda e nel 1927 raggiunge Berlino, dove risiede il fratello. E’ grazie a lui che conosce il fotografo Umbo (Otto Umbher), che frequenta artisti e attori della Berlino bohémien. In una di queste serate Umbo le presenta a Walter Peterhans, direttore del corso di fotografia alla Bauhaus dal 1929 fino al 1933, da cui Grete inizia a prendere lezioni private (poi alla Bauhaus), dapprima come unica allieva, poi insieme a Ellen Auerbach. Dall’incontro con Ellen, figlia di un facoltoso uomo d’affari, nascerà un profondo rapporto di amicizia, e un sodalizio professionale che le porterà nel 1930, ad aprire il loro studio specializzato in ritratti, moda e pubblicità. È deciso, si chiamerà ringl+pit photography studio, dai loro soprannomi da bambine, perché mettere i loro cognomi, dicono, lo renderebbe similie “alla marca di una fabbrica di scarpe”.

Il loro lavoro geniale, che proseguirà in forma autonoma per altri 40 anni, esplode tra 1930 e il 1933 come una super nova, incarnando lo stile grafico e pubblicitario, che il clima tedesco considera al pari delle altre arti e che loro praticano professionalmente, alternando ricerca (lo spirito) ad attività commerciale, packshot e copertine di libri (quello che noi chiamiamo volgarmente “la pagnotta”).
Come scrive Silvia Mazzucchelli, Grete ed Ellen incarnano la nuova condizione femminile sopraggiunta dopo la prima guerra mondiale che ha aperto alle donne l’accesso a settori professionali fino ad allora inaccessibili: “…nelle immagini pubblicitarie per Pétrole Hahn, popolare shampoo per capelli, le artiste riescono a usare il fotomontaggio per minare lo stereotipo della donna perfetta, veicolata dalla stessa pubblicità. Il trucco e il taglio moderno del manichino sono in netto contrasto con la camicia da notte della madre di Ellen. Inoltre la mano che sostiene il prodotto pubblicizzato appartiene a una vera modella; così le artiste, grazie alla combinazione di diversi elementi incongrui, rimarcano l’idea di artificio sottesa alla percezione della bellezza femminile.”
In questo clima culturale, tra socialismo e nuove tecnologie, il progetto è di chi lo porta avanti, al di là di ogni rigida suddivisione gerarchica. L’autore diventa l’artefice, ma l’idea viene poi affinata dal lavoro in team, collettivo.  Grete ed Ellen (come Cahun e Malherbe in Francia), creano quindi uno spazio anarchico, nel quale creatività e rapporti affettivi si mischiano, coinvolgendo amici, amanti e infine i loro rispettivi compagni Horacio Coppola e Walter Auerbach.

Il 5 marzo 1933 si svolgono in Germania le elezioni in un’atmosfera surreale, una settimana dopo l'incendio del Reichstag, con leggi d’emergenza che rimuovono le libertà civili. II Partito Nazionalsocialista si attesta al 43,9% senza maggioranza di voti e seggi, ma grazie ad un accordo con il centro, prende il potere. Con l'arrivo di Hitler tutto cambierà per sempre.
Ellen che è di origine ebraica lascia il paese e va in Palestina.                           Grete si trasferisce a Londra dove inizia un progetto di fotografie che coinvolge tutti gli intellettuali costretti a fuggire dalla Germania, Pensano di riaprire lì, insieme, il loro studio, ma il governo inglese rifiuta loro la cittadinanza.
Ellen è costretta a partire per gli Stati Uniti, Grete alla volta dell’Argentina. Libera di frequentare con successo gli ambienti artistici d'avanguardia. Collabora con le riviste “Sur” e “Idillio” di Buenos Aires, dove si concentra sulla tecnica dei fotomontaggi che chiamerà “Suenos”. “Sogni” che esplorano il mondo delle emozioni, che applicano alla fotografia le concezioni surrealiste, influenzando fortemente la cultura latinoamericana. Tanto che diventerà con Horacio Coppola, con cui si sposerà e poi divorzierà, una delle figure di riferimento della fotografia d’avanguardia.

Grete morirà la sera della vigilia Natale del 1999.
Ellen vedrà il nuovo secolo per lasciarlo, a 98 anni, nel 2004.                                  Mi sa che non lo aveva trovato poi così interessante. 



ringl+pit Bertolt Brecht, 1931
 





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