UN PROGETTO DI ALFREDO ACCATINO

Viaggio non scontato tra artisti e visionari da tutto il mondo, molto lontano dai soliti nomi. Non esisterebbero le avanguardie senza maestri sconosciuti alla massa (ma certo non a musei e collezionisti). E non si sarebbe formata una cultura del contemporaneo senza l’apporto di pittori, scultori, fotografi, designer, scenografi, illustratori, che in queste pagine vogliamo riproporre. Immagini e storie del '900 – spesso straordinarie - che rischiavamo di perdere o dimenticare.


Seguiteci anche ogni mese su ARTeDOSSIER
https://www.facebook.com/museoimmaginario.museoimmaginario

https://www.facebook.com/Il-Museo-Immaginario-di-Allfredo-Accatino-487467594604391/




domenica 13 agosto 2017

FERDINAND CHEVAL. L'ARCHITETTO DEI SOGNI.

A piedi prima, in bicicletta poi, il postino non era certo un lavoro leggero se dovevi farlo in campagna, tra le colline del Sud est della Francia, a Charmes-sur-l’Herbasse, nella Drôme, alla fine dell’800 e magari vivevi a 12 km di distanza. Una passeggiata con il borsone di cuoio che ti tagliava la spalla e che poteva durare decine di chilometri, in tutte le condizioni climatiche, con le strade in terra battuta. E meno male che nel 1888 quell’inglese, John Boyd Dunlop, avrebbe inventato il pneumatico.   
Deve essere proprio in una di queste lunghe sgroppate solitarie che deve essere nata la voglia e il desiderio di dare vita a qualcosa di unico e irripetibile a Ferdinand Cheval (Charmes-sur-l'Herbasse, 1836 – Hauterives, 1924) un postino francese privo di formazione architettonica, artistica accademica, che ha impiegato 33 anni per la costruzione di una struttura straordinaria, denominato “Palais Ideal”, “Palazzo ideale”. O forse è meglio dire “immaginario”: una reggia su scala ridotta di 350 metri quadrati, costituita da rocce di strane forme, cementate insieme, utopica e sognante.

 
 
La costruzione del palazzo iniziò nel 1879 e inizià con quella che ora è la facciata orientale, e fu completata nel 1902 con 930-000 ore di lavoro, 1000 metri cubi di mattoni e 3500 sacchi di calce.

Vi avevo detto che le strade erano un disastro? Bene. Cheval iniziò a realizzarlo dopo essere inciampato su una pietra. Da quel momento l’idea, le tasche e la tracolla piene di sassi e decine e decine di miglia per raccogliere e collezionare sassi e ciottoli dalle forme stravaganti, elevando a piccolo capolavoro anche il più piccolo pezzetto di roccia.
 

Considerato uno straordinario esempio di architettura naïf con forti connotazioni di Art Brut, il Palaìs Ideal presenta un complesso quanto singolare apparato decorativo caratterizzato da elementi antropomorfi e allegorici, che traggono ispirazione dalla tradizione cristiana della Bibbia e della mitologia Indù. Un labirinto costituito da un insieme di corridoi, grotte, camminamenti e terrazze che si sviluppano in modo fantasioso e che riportano la fitta decorazione che contraddistingue l'intera opera.

Oggi il suo lavoro rappresenta un particolare esempio di architettura naïf e nel tempo ha sollecitato la curiosità di artisti come André Breton, Max Ernst e Pablo Picasso. Il Palais Ideal si trova a Hauterives, una città nel sud est della Francia. E’ aperto quasi tutto l'anno per le visite e spesso è utilizzato per concerti e mostre d'arte. Nel 1969 è stato riconosciuto monumento nazionale francese.

Una volta vecchio Cheval espresse il desiderio di essere seppellito all'interno del proprio palazzo, ma legge non lo avrebbe permesso se non dopo la cremazione, pratica che il postino proprio non accettava.

Per questa ragione Cheval dedicò otto dei suoi ultimi dieci anni di vita alla costruzione di un mausoleo nel cimitero di Hauterives a cui diede il nome di Tombeau du silence et du repos sans fin ("Tomba del silenzio e del riposo senza fine"). Qui fu sepolto nel 1924.


Nessun commento:

Posta un commento