sabato 10 febbraio 2018

FOLLI CREATORI DI UTOPIE URBANE: IL MONUMENTO A COLOMBO E LA CITTA’ MONDIALE DELLA COMUNICAZIONE

La costruzione della Torre Eiffel nel 1889 che doveva essere smantellata alla fine delle Expo e che diventò di fatto il simbolo della città, scatenò una competizione architettonica internazionale di proporzioni falliche.
Diverse nazioni annunciarono la costruzione di edifici in vetro e acciaio ancora più grandi e gli Stati Uniti d'America, che non poteva certo restare indietro, e si unì alla competizione lanciando il concorso per l'erezione – mai parola fu più adatta - di una torre all'esposizione universale di Chicago nel 1893.

Tutti i tipi di progetti vennero presentati per animare l'evento, da un enorme ruota panoramica alla replica di una nave vichinga. Nessuno però superò la megalomania di un architetto arrivato dalla Spagna: Alberto de Palacio y Elissague, nato in Francia nel 1856 ma vissuto la maggior parte della sua vita in Spagna fino alla sua morte nel 1939. Architetto e ingegnere che cambiò la fisionomia di Madrid con la costruzione di edifici simbolo come la stazione di Atocha, il Crystal Palace o la sede della Banca di Spagna.

 


 

Il progetto, sorprendente, prevedeva una grande sfera di metallo. Un monumento a Colombo pensato come un globo terrestre, con un volume di 4.180.000 metri cubi, e un'area di 125.000 metri quadrati, 400 metri di elevazione e più di 300 metri di diametro (l'altezza della Torre Eiffel) che sarebbe stata coperta da una scala in spirale interna all'Equatore e esterna al polo nord. In cima, una riproduzione delle caravelle di Colombo e al suo interno nientemeno che un osservatorio meteorologico. Visto da dentro ci sarebbe stata una riproduzione in scala della sfera celeste. Allo stesso tempo, l'enorme spazio sarebbe stato utilizzato per la proiezione di panorami e diorami, spettacoli audiovisivi pre-cinematografici.
E c’era anche il business plan::"Centomila spettatori che pagano una tassa d'ingresso di $ 1, porteranno $ 100.000. Ciò fornirebbe la capitale in 62 giorni, senza contare i benefici del caffè, dell'intrattenimento, la copertura del costo, stimato in $6.000.000."
Cosa successo allora? Nulla.

Alberto vince la gara, ma i soldi per avviare l’impresa non  arrivano. Prova a realizzarlo a Madrid, ma nessuno ha i soldi per finanziare l’impresa e rimane uno sogno, o un incubo sventato.



Una utipopa Inferiore forse solo a quella di Hendrik Christian Andersen, lo scultore americano con casa a Roma, oggi trasformata in museo, nella quale mise a punto un progetto colossale, la creazione vicino a Civitavecchia del 'World Center of Communication' (1913) un progetto che illustra in maniera particolareggiata e puntuale il progetto di un modello urbano, la cui precipua vocazione è quella di diventare la sede della centralizzazione della Comunicazione del sapere mondiale, nella quale le migliori risorse ed energie degli intellettuali, degli scienziati, degli artisti e degli atleti possano confluire ed essere altamente sviluppate per favorire il progresso e, in conseguenza, il bene dell'umanità.

Nel museo si può vedere ancora oggi la enorme pianta urbanistica, sul mare, con due colossali statue tali da far sembrare il Colosso di Rodi, Topolino.
Il Centro Mondiale di Comunicazione si presenta, essenzialmente, come un polo direzionale universale delle eccellenze scientifiche, artistiche, olimpiche, aperto verso il mare per essere più agevolmente raggiungibile e predisposto agli scambi, e composto da tre macro aree specifiche allineate su uno stesso asse: il Centro Olimpico, il Centro Artistico e il Centro Scientifico. L'emblema architettonico e ideologico del Centro Mondiale è identificato con la titanica Torre del Progresso, sede del Centro Stampa Mondiale e gigantesca antenna mondiale di trasmissione del potere della Comunicazione, al servizio del Bene e rappresentativo vessillo del Progresso tecnologico e della Civiltà.



Hendrik Christian Andersen (Bergen, 17 aprile 1872 – Roma, 19 dicembre 1940) è stato uno scultore, pittore e urbanista statunitense, di origine norvegese. Andersen che era nato a Bergen (Norvegia) nel 1872, ed emigrato da bambino con la famiglia a Newport (Rhode Island) l'anno seguente è figlio di immigrati di successo. Nel 1893, Andersen può così viaggiare in tutta Europa per studiare arte sino stabilirsi per il resto della sua vita a Roma, dove ospiterà il suo grande amico Henry James e intellettuali di tutto il mondo.

 

 

 




Museo H.C. Andersen, veduta delle sculture nello Studio

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