domenica 11 febbraio 2018

ALFONSO DI PASQUALE E IL REALISMO ESISTENZIALE.


Tra i ragazzi del ’99 sul fronte di Vittorio Veneto c’era anche un giovane pugliese, Alfonso di Pasquale, ancora incerto sul da farsi ma così appassionato dal disegno da scarabocchiare continuamente durante i lunghi giorni passati in trincea. 

 
Finita la guerra sceglie così di partire per Roma e iscriversi alla Accademia di Belle Arti. Poi, inizia a dipingere, lavorando anche come cartografo per il Ministero delle Difesa e dell'Agricoltura.

La sua è una pittura semplice e diretta, limpida. Così si esprime il critico d'arte Alfredo Pasolino:”Il modo migliore per definire la pittura di Di Pasquale è prendere a prestito il nome di quelle tendenza filosofica che, da Carrà a Carlo Levi, da Sironi a Usellini, con i colori dell'impegno, si chiamò Realismo Esistenziale”.  E’ anche un tecnico del colore, e lo stesso Giorgio De Chirico, che ne fu amico spesso lo consultava su problematiche cromatiche.

Bellissime le opere degli anni ’20 e ’30, che rispecchano in pieno l’epoca e il gusto novecentista.

Ha partecipato alla Quadriennale di Roma e al Premio Michetti. Prima di morire, il 15 marzo del 1987, volle donare gran parte della sua produzione artistica ad Andria sua città d'origine.

 






costa laziale verso Fregene, 1925
Alfonso di Pasquale, autoritratto, 1923


 

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