Ti guardano negli occhi e tu guardi
loro e ti ricordano che sono esistiti. Questi sono i disegni dei deportati
realizzati segretamente dal prigioniero politico polacco Franciszek Jaźwiecki,
ad Auschwitz, oggi conservati all’Auschwitz-Birkenau State Museum.
Adam Franciszek Jaźwiecki (1900-1964), pittore. Durante la sua prigionia ritraeva i suoi compagni di stanza, mettendo in risalto il numero da prigioniero sapendo che un giorno questi disegni sarebbero diventati testimonianze ufficiali e dando la possibilità agli storici di assegnare un nome vero ai volti da lui raffigurati. Agnieszka Sieradzka – storico dell’arte e responsabile delle collezioni del museo – afferma: «La cosa più interessante in questi dipinti sono gli occhi di una impotenza particolare. I prigionieri creavano ritratti perché il loro desiderio di imprimere una immagine era troppo forte». Jaźwiecki nascondeva i ritratti in mezzo al letto o nei suoi vestiti. I suoi disegni sono sopravvissuti fino alla sua liberazione, nel maggio del ’45
Adam Franciszek Jaźwiecki (1900-1964), pittore. Durante la sua prigionia ritraeva i suoi compagni di stanza, mettendo in risalto il numero da prigioniero sapendo che un giorno questi disegni sarebbero diventati testimonianze ufficiali e dando la possibilità agli storici di assegnare un nome vero ai volti da lui raffigurati. Agnieszka Sieradzka – storico dell’arte e responsabile delle collezioni del museo – afferma: «La cosa più interessante in questi dipinti sono gli occhi di una impotenza particolare. I prigionieri creavano ritratti perché il loro desiderio di imprimere una immagine era troppo forte». Jaźwiecki nascondeva i ritratti in mezzo al letto o nei suoi vestiti. I suoi disegni sono sopravvissuti fino alla sua liberazione, nel maggio del ’45
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