Simona Kossak era chiamata “strega”, perché chiacchierava con gli animali e
possedeva un corvo ladrone, che rubava l'oro e attaccava i ciclisti, e perché
passava più tempo con le bestie che con gli umani. Una delle tante streghe che
hanno fatto del bene all’umanità e che nelle foto ricorda tanto la Gelsomina del film "La strada".
Polacca, laureata in Scienze Forestali, biologa, Simona
(1943 – 2007) ha
trascorso più di 30 anni a partire dalla fine degli anni ’60 in una capanna di
legno nella incredibile foresta di Białowieża, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e
riserva delle biosfera, tra Polonia e Bielorussia, dove ancora vivono in
liberta i bisonti europei e dove quest'anno avrei sognato di andare.
Senza elettricità, né acqua
corrente. Insieme a lei visse per 17 anni anche una femmina di
cinghiale, Zabka, una lince,
una cicogna nera, un bassotto e alcuni pavoni, ma non solo, la sua capanna era
così in sintonia con la foresta e considerata un luogo talmente sicuro che una
cerva la scelse come nursery per partorire i suoi cuccioli, che furono
allattati dalla biologa e lei stessa fu riconosciuta da loro come “madre”. Era una scienziata, ecologa e autrice di film
pluripremiati, nonché di trasmissioni radiofoniche. Allora, che succede con
l'attivista che ha combattuto per la protezione della foresta più antica
d'Europa. Simona credeva che si dovesse vivere semplicemente e vicino alla
natura.
Qui la scoprite nelle foto del fotografo
naturalista Lech Wilczek che ha abitato alcuni anni accanto a lei.
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