venerdì 1 settembre 2017

ROBERT LENKIEWICZ IL PITTORE CON LO SCHELETRO NELL'ARMADIO

La storia è questa. Nel 2002 quando il pittore Robert Lenkiewicz, noto per la sua eccentricità e per una vita caotica e apparentemente indigente, muore a 60 anni per un attacco cardiaco, risulta ufficialmente possessore di 12 sterline, 11 figli e migliaia di quadri.
Poco dopo si scoprirà che in diversi depositi del Paese aveva invece distribuito un capitale importante, che arrivava nel totale ad ammontare a 6,5 milioni di sterline. Solo la sua collezione di libri antichi e di occultismo frutterà a una vendita all’Asta a Sotheby 1 milione di sterline, mentre inizia una sanguinosa disputa famigliare.
Ultimo atto di una vita sopra le righe, divenuta celebre per la sua bulimia sociale, per le feste e le sbronze, per l’ospitalità che offriva a chiunque bussasse alla sua porta, criminali, homeless o alientati, e per una famosa querelle giuridica....

AUTORITRATTO
Stabilitosi a Plymouth nel 1964 aveva sempre ritratto per la tutta la sua vita il sottoproletariato della città, a un certo punto si scoperse però che l'artista aveva conservato in un armadio dal 1984 il corpo imbalsamato di un suo amico senzatetto, Mr MacKenzie, per mantenere la promessa di tenerlo con sè, dopo la morte (avvenuta per cancro), come "fermacarte umano".
La richiesta di restituire il cadavere aveva così dato luogo ad un'assurda ed estenuante contesa giudiziaria con il medico legale di Plymouth.  Quello che rimane è una pittura caotica e ricchissima che alterna autentici gioielli a opere di maniera, illustrazione e arte.






Lenkiewicz in front of Barbican Mural. Photograph courtesy of Jeny Bremer, 1979



 

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