Il 13 agosto 1962
un regista francese trentenne, François Truffaut, incontra un regista inglese
che quel giorno compie 63 anni: Alfred Hitchcock. In quell'irripetibile libro
intervista (Il cinema secondo Hitchcock) che non potete “non”
leggere se amate il cinema, e che nel 2015 è diventato anche un film, racconta una
storia semplice e straordinaria, che mi ha aiutato in tanti momenti del mio
lavoro di creativo. E che, secondo me, vi piacerà molto.
Un suo amico, sceneggiatore, ogni volta che si addormentava si trovava a
vivere storie e trame meravigliose, avvicenti, folli. Degne di una grande
pellicola. Un capolavoro che, si disperava, non avrebbe mai potuto scrivere.
Quando si svegliava, non le ricordava più.
E di questo si lamentava nelle sessioni di sceneggiatura con Hitchcock,
perché gli sembrava come di essere defraudato di un'incredibile opportunità
nata dalla sua stessa mente...
Un amico medico gli consigliò allora una tecnica ben nota alla psicanalisi,
quella di provare cioè a mettere sul comodino una penna e un foglio, così da
potersi appuntare la trama appena svegliato. Perché, come aveva detto il suo
dottore, se ci si sveglia mentre si sta ancora sognando, c'è l'80% di
probabilità di ricordare quello che si stava sognando.
Così fece. E notti dopo, quando la trama gli sembrò fantastica, si sforzò
di svegliarsi, accese la luce, scribbacchiò qualcosa sul foglio, e poi si
riaddormentò. Dissolvenza.
La mattina dopo, immemore dell'azione notturna, va a lavorare, ma una volta
giunto agli Studios si ricorda di essere finalmente riuscito a bloccare
il sogno sfuggente. Rimonta in macchina e corre di nuovo verso casa come un pazzo. Si
scapicolla sui gradini e una volta entrato nella sua camera, eccitatissimo
afferra il foglio.
Sul foglio c'è scritto: "Un uomo ama una donna”.
P.S.
Ho condiviso questo post a memoria. Il libro
l’ho letto anni fa. Sarebbe interessante capire se - e in che modo
- ho modificato il ricordo.
Nessun commento:
Posta un commento