Nella
Russia sovietica staliniana, in piena guerra fredda anni '50, gli appassionati
desideravano ascoltare la musica popolare occidentale, dal jazz al rock &
roll. Ma il contrabbando di vinile era pericoloso, e acquisire il materiale per
realizzare le copie di quei dischi era troppo costoso. Provarono anche con la
carta patinata, ma il risultato era deludente.
Serviva
il genio, quello di un ingegnere di San Pietroburgo: Ruslan Bogoslowski. L’idea
era semplice, fare incetta negli archivi degli ospedali e nei bidoni della
spazzatura dei centri diagnostici, e usare le lastre per incidere i dischi.
Nasce
la Bone Music, la musica delle ossa,
capolavoro anche di design, relizzati ritagliando con le forbici, poi bruciati
al centro con una sigaretta.
Venditori
ambulanti li vendevano per strada, la "musica d'ossa" nascosta
all'interno dei loro trench. Il governo per dissuadere dall’uso arrivò anche a
fare dei falsi fallati per far morire il fenomeno.
Bogoslowskij venne arrestato tre volte, nel 1951, nel 1957, e nel 1961. Gli anni di carcere, tre per ogni condanna, non lo quietavano e scontate le pene ritornava sempre alla propria produzione clandestina. Nel 1958 la censura decise di agire drasticamente e dichiarò espressamente illegali i roentgenizdat.
Bogoslowskij venne arrestato tre volte, nel 1951, nel 1957, e nel 1961. Gli anni di carcere, tre per ogni condanna, non lo quietavano e scontate le pene ritornava sempre alla propria produzione clandestina. Nel 1958 la censura decise di agire drasticamente e dichiarò espressamente illegali i roentgenizdat.
Io,
a lui, mi inchino.
Interessante anche la storia dei samizdat.
In URSS, per contrastare la censura del regime, si diffonde il fenomeno dei самиздат, i samizdat, le auto-produzioni. Romanzi, poesie, ma anche saggi, articoli e svariati documenti altrimenti segreti. Amanuensi del ventesimo secolo, gli autori di samizdat copiavano pazientemente con macchina da scrivere e molteplici fogli di carta carbone le opere che volevano diffondere presso i loro contatti. Così il pubblico si allargava poco alla volta, attraverso conoscenze personali e l’impegno di ogni anello della catena a diffondere quella cultura, quelle idee, quelle opere d’arte. La circolazione dei samizdat era piú vasta di quanto oggi si potrebbe immaginare, e da una prima pubblicazione attraverso il passaggio di mano in mano e un lavoro di copia incessante, si arrivava spesso a coprire un pubblico superiore ai 20.000 lettori.
GRADIOSO,NON SAPEVO QUESTO PERIODO,GRAZIE,MOLTO,MOLTO AFFASCIANANTE.
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