lunedì 11 maggio 2015

GAETANO CELLINI NON L'ORAFO

Nella sua carriera ha praticamente scolpito urne per i defunti monumenti ai caduri e una statua di di Don Giovanni Bosco. Ma chi sa realizzare una scultura così deve pensare a come ha scelto di vivere e di creare, forse dissipando un grande talento.
“L’umanità contro il male” è una delle prime opere dello scultore ravennate Gaetano Cellini (1873-1937), conservata nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Un’opera allegorica, l’espressione plastica di un’idea, secondo l’assunto di Auguste Rodin, per il quale «l’arte è la più sublime missione dell’uomo, poiché è l’esercizio del pensiero che cerca di comprendere l’universo e di farlo comprendere». E Rodin fu senz’altro fonte di ispirazione per Cellini, che presentò il gesso di questa scultura – sulla cui base appare, oltre al titolo, un distico che ne descrive il significato: «Così ti sterperò coi denti e l’ugne / Dolore eterno che nel cor mi pugne» – nel 1906 all’Esposizione Nazionale di Milano, realizzando poi l’opera in marmo nel 1908.







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