mercoledì 9 novembre 2011

NICOLA NEONATO. LA NASCITA DI UN'IDEA.



C'è qualcosa che mi affascina più di un'opera d'arte. E' l'idea in essenza dell'opera d'arte. E' lo spunto che nasce da pochi e semplici segni.
Per questo adoro i disegni fumosi di Hery Moore nella metropolitana di Londra, i bozzetti di Grosz, le linee appena accennate di Erich Mendelsohn per la torre Einstein. Ma più di tutto, mi affascina l'opera degli scultori, che traggono dalle due dimensioni ispirazioni per conquistare la terza. Come in questi bozzetti di Nicola Neonato, scultore sanguigno, capace di fermare l'intimità di uno sguardo e di un gesto, che poi trasformerà in una costruzione massiccia e colossale. Nei suoi bozzetti c'è anima, passione, e pittura. Nel senso di tradizione della pittura. Un segno che poi si evolverà in un nuovo linguaggio. Creando opere apparentemente simili, ma mai così diverse.



Nicola Neonato (Rapallo 1912 – Genova 2004), scultore, pittore.
Pittore post-espressonista e scultore attivo sin dagli anni '30 in Liguria, a Milano (dove ebbe per 12 anni uno studio in Via Solferino) e quindi a Genova, ha realizzato decine di monumenti pubblici, caratterizzandosi per la forza della sua espressività.
Rimasto attivo sino in tarda età ha prodotto importanti monumenti, molti dei quali dedicati alla lotta partigiana (era stato Capo Brigata) come quelli di Rapallo, Genova, Sestri Levante. Ma anche di opere discusse, come la stele dedicata a due giovani rimasti uccisi a metà degli anni ’70 a Milano, eretta nel 1976 a piazza Santo Stefano, sulla spinta del movimento operaio, sfidando le autorità.
Da un’intervista a Neonato sul monumento a Zibecchi (2000)
Avevo ottime critiche come artista. Ero affreschista, ho fatto molte sculture, ho fatto almeno 20/30 monumenti per i partigiani con tantissime figure, almeno 400. Ce n'è uno a Sestri Levante, importante. Io simpatizzavo per i ragazzi: Ho fatto il monumento senza volere niente ed ho pensato a due poveri ragazzi morti. Quando è stato inaugurato c'era un corteo di 5.000 giovani. Sono stato io che ho suggerito di metterlo su di notte. Poi al mattino era ancora fresco. E' un ricordo simpatico perché l'ho fatto per niente, anche la fonderia l'ha fatto per niente perché erano simpatizzanti. Allora si chiamava Cubro, era a Novate Milanese. L'ho fatto volentieri perché erano due ragazzi ammazzati, uno da un fascista l'altro dai Carabinieri.

 



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